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lunedì 19 novembre 2012
Il bagaglio della buona ragione
La visione etica connessa alla fede cristiana non è qualcosa di esclusivamente cristiano in senso particolaristico, ma piuttosto la sintesi delle grandi intuizioni etiche del genere umano.
«Si potrebbe pensare che nell’epoca del pluralismo culturale sia arrogante giudicare gli eventi della storia con la verità del Vangelo, che sia un atteggiamento di intellettuale fondamentalismo, specialmente in politica. […]
Ci si chiede se la verità morale, legata ad una scelta religiosa, possa ispirare l’ordinamento civile valido per tutti. È una questione giusta e delicata. Se è gravemente ingiusto tradurre in termini di ordinamento pubblico certe scelte esclusivamente etico-religiose, è scorretto ridurre ogni posizione assunta dai credenti a scelta “confessionale” e quindi individuale e privata.
Certi valori - come nel campo della vita e della famiglia, della concezione della persona, della libertà e dello Stato – anche se sono illuminati dalla fede, sono anzitutto bagaglio della buona ragione. Per questo sono detti “non negoziabili”. […]
La visione etica connessa alla fede cristiana non è qualcosa di esclusivamente cristiano in senso particolaristico, ma piuttosto la sintesi delle grandi intuizioni etiche del genere umano. Essa non è un onere pesante riservato ai cristiani, bensì la difesa dell’uomo contro il tentativo di pervenire alla sua eliminazione. Per questo la morale è la liberazione dell’uomo e la fede cristiana è l’avamposto della libertà umana.
Ciò significa che ci sono valori per i quali vale la pena di morire, poiché una vita comprata a prezzo di tali valori poggia sul tradimento delle ragioni del vivere, ed è pertanto una vita annichilita nella sua stessa sorgente. E dove non c’è nulla per cui valga la pena di morire, là è difficile anche vivere.
I diritti enunciati nella Carta sono espressione ed esplicitazione della legge naturale, iscritta nel cuore dell’essere umano e a lui manifestata dalla ragione […] La norma giuridica […] ha come criterio la norma morale basata sulla natura delle cose. La ragione umana, peraltro, è capace di discernerla, almeno nelle sue esigenze fondamentali, risalendo così alla Ragione creatrice di Dio […] Pur con perplessità e incertezze, (l’uomo) può giungere a scoprire, almeno nelle sue linee essenziali, questa legge morale comune che, al di là delle differenze culturali, permette agli esseri umani di capirsi tra loro circa gli aspetti più importanti del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto.»
Angelo Bagnasco. Frascati, 4 settembre 2011. Lectio magistralis alla “Summer School” promossa dalla fondazione Magna Carta e dall’Associazione Italia Protagonista.
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Paolo Mitri
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