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lunedì 30 dicembre 2013

Conversi ad Dominum



Nella Chiesa antica c’era la consuetudine, che il Vescovo o il sacerdote dopo l’omelia esortasse i credenti esclamando: “Conversi ad Dominum” – volgetevi ora verso il Signore.
Ciò significava innanzitutto che essi si volgevano verso Est – nella direzione del sorgere del sole come segno del Cristo che torna, al quale andiamo incontro nella celebrazione dell’Eucaristia. Dove, per qualche ragione, ciò non era possibile, essi in ogni caso si volgevano verso l’immagine di Cristo nell’abside o verso la Croce, per orientarsi interiormente verso il Signore.
Perché, in definitiva, si trattava di questo fatto interiore: della conversio, del volgersi della nostra anima verso Gesù Cristo e così verso il Dio vivente, verso la luce vera.

Era collegata con ciò poi l’altra esclamazione che ancora oggi, prima del Canone, viene rivolta alla comunità credente: “Sursum corda” – in alto i cuori, fuori da tutti gli intrecci delle nostre preoccupazioni, dei nostri desideri, delle nostre angosce, della nostra distrazione – in alto i vostri cuori, il vostro intimo!
In ambedue le esclamazioni veniamo in qualche modo esortati ad un rinnovamento del nostro Battesimo: Conversi ad Dominum – sempre di nuovo dobbiamo distoglierci dalle direzioni sbagliate, nelle quali ci muoviamo così spesso con il nostro pensare ed agire. Sempre di nuovo dobbiamo volgerci verso di Lui, che è la Via, la Verità e la Vita. Sempre di nuovo dobbiamo diventare dei “convertiti”, rivolti con tutta la vita verso il Signore.

(Benedetto XVI – Omelia alla Veglia Pasquale 22 marzo 2008)

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lunedì 23 dicembre 2013

Vogliamo la musica ma non le regole musicali



«La santità deve possedere un fondamento filosofico e teologico, vale a dire la verità Divina; altrimenti si tratta di sentimentalismo ed emozionalismo. 
[Dopo Cristo] molti avrebbero detto “Vogliamo la religione, ma niente credi”.
Questo è come dire che vogliamo la guarigione, ma non la scienza medica; la musica, ma non le regole musicali; la storia, ma non i documenti. La religione è certamente un organismo vitale, ma cresce dalla verità, non al di fuori di essa.
È stato detto che non fa differenza ciò in cui si crede; dipende tutto dal come si agisce. Questo è un non-senso psicologico, poiché l’uomo agisce in base alle sue credenze

Nostro Signore stabilì innanzitutto la verità o comunque la fede in Lui; poi dopo venivano la santificazione e le buone azioni. Ma qui la verità non era un vago ideale, ma una Persona. Ora la Verità poteva essere amata, poiché solo una Persona può esserlo. La santità diviene il responso che il cuore offre alla verità Divina e alla Sua illimitata misericordia per l’umanità.»

Dalla “Vita di Cristo” secondo Fulton J. Sheen


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martedì 17 dicembre 2013

Si tratta della nostra felicità


“Si tratta di sapere se esiste un Dio, se questo Dio si interessa agli uomini e se esiste un legame tra lui e noi.
Si tratta di sapere che cos'è l'anima umana, se essa ha rapporto con Dio, se viene da lui e ritorna a lui.
In breve si tratta della nostra felicità, del nostro tutto.
Ecco ciò che gli uomini eletti domandano ai filosofi.
Negazioni, dubbi, sorrisi, giochi di parole non sono sufficienti. Si vuole una certezza, una luce che illumini, convinca, sostenga, consoli. Ora i filosofi si rimandano la palla”.


Marco Tùllio Ciceróne - 106 a.C.–43 a.C., De natura deorum

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martedì 10 dicembre 2013

La patria, che ad essi dà vita

«Anche questa volta dalla crisi di oggi verrà fuori domani una chiesa che avrà perduto molto. 
Diventerà più piccola, dovrà ricominciare tutto da capo. 
Non potrà più riempire molti degli edifici che aveva eretto nel periodo della congiuntura alta. 
Oltre che perdere degli aderenti numericamente, perderà anche molti dei suoi privilegi nella società. Si presenterà in modo molto più accentuato di un tempo come la comunità della libera volontà, cui si può accedere solo per il tramite di una decisione.

Come piccola comunità solleciterà molto più fortemente l’iniziativa dei suoi singoli membri. Certamente essa conoscerà anche nuove forme di ministero e ordinerà sacerdoti dei cristiani provati, che esercitano una professione: in molte delle comunità più piccole e in gruppi sociali omogenei la cura d’anime sarà normalmente esercitata in questo modo. Ma accanto a queste forme sarà indispensabile la figura principale del prete, che esercita il ministero come lo ha fatto finora. Ma, nonostante tutti questi cambiamenti che si possono presumere, la chiesa troverà di nuovo e con tutta l’energia ciò che le è essenziale, ciò che è sempre stato il suo centro: la fede nel Dio unitrino, in Gesù Cristo, il Figlio di Dio fattosi uomo, nell’assistenza dello Spirito, che durerà fino alla fine […]

Sarà una chiesa interiorizzata, che non mena vanto del suo mandato politico e non flirta né con la sinistra né con la destra. Farà questo con fatica. Il processo infatti della cristallizzazione e della chiarificazione le costerà anche talune buone forze. La renderà povera, la farà diventare una chiesa dei piccoli […] Si può prevedere che tutto questo richiederà del tempo […]

Ma dopo la prova di queste divisioni uscirà da una chiesa interiorizzata e semplificata una grande forza. Gli uomini infatti saranno indicibilmente solitari in un mondo totalmente pianificato. Essi scopriranno allora la piccola comunità dei credenti come qualcosa di totalmente nuovo. Come una speranza che li riguarda, come una risposta a domande che essi da sempre di nascosto si sono poste. A me sembra che si stanno preparando per la chiesa tempi molto difficili. La sua vera crisi è appena incominciata. Si devono fare i conti con grandi sommovimenti. Ma io sono anche certissimo di ciò che rimarrà alla fine: non la chiesa del culto politico, ma la chiesa della fede.
Certo essa non sarà mai più la forza dominante della società, nella misura in cui lo era fino a poco tempo fa. Ma la chiesa conoscerà una nuova fioritura e apparirà agli uomini come la patria, che ad essi dà vita e speranza oltre la morte».

(Joseph Ratzinger, Fede e futuro (1970), Queriniana, Brescia 2005, pp. 112-117).

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mercoledì 4 dicembre 2013

Vincere il fascino di seguire nostre verità


“Camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne” (Gal 5,16).

«San Paolo ci spiega che la nostra vita personale è segnata da un conflitto interiore, da una divisione, tra gli impulsi che provengono dalla carne e quelli che provengono dallo Spirito; e noi non possiamo seguirli tutti.
Non possiamo, infatti, essere contemporaneamente egoisti e generosi, seguire la tendenza a dominare sugli altri e provare la gioia del servizio disinteressato.
Dobbiamo sempre scegliere quale impulso seguire e lo possiamo fare in modo autentico solo con l’aiuto dello Spirito di Cristo.
 

San Paolo elenca le opere della carne, sono i peccati di egoismo e di violenza, come inimicizia, discordia, gelosia, dissensi; sono pensieri e azioni che non fanno vivere in modo veramente umano e cristiano, nell’amore. È una direzione che porta a perdere la propria vita.
Invece lo Spirito Santo ci guida verso le altezze di Dio, perché possiamo vivere già in questa terra il germe di vita divina che è in noi. Afferma, infatti, san Paolo: “Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace” (Gal 5,22).
E notiamo che l’Apostolo usa il plurale per descrivere le opere della carne, che provocano la dispersione dell’essere umano, mentre usa il singolare per definire l’azione dello Spirito, parla di “frutto”, proprio come alla dispersione di Babele si contrappone l’unità di Pentecoste.
[...] Dobbiamo vivere secondo lo Spirito di unità e di verità, e per questo dobbiamo pregare perché lo Spirito ci illumini e ci guidi a vincere il fascino di seguire nostre verità, e ad accogliere la verità di Cristo trasmessa nella Chiesa.
Il racconto [...] della Pentecoste ci dice che Gesù prima di salire al cielo chiese agli Apostoli di rimanere insieme per prepararsi a ricevere il dono dello Spirito Santo. Ed essi si riunirono in preghiera con Maria nel Cenacolo nell’attesa dell’evento promesso (cfr At 1,14).»


Solennità di Pentecoste - Omelia del Santo Padre Benedetto XVI. Domenica 27 maggio 2012