«L’Italia è un paese strano. Ci vuole molto tempo per capire gli italiani. (…) Ma una cosa è certa, in Italia gli stranieri non sono nemici. Si direbbe che gli italiani sono più nemici di se stessi che degli stranieri: è curioso ma è così. (…)
Agli italiani non piacciono le leggi, anzi gli piace disobbedirle: è il loro gioco, come il gioco dei russi sono gli scacchi. Gli piace imbrogliare; essere imbrogliati gli dispiace, ma non tanto: quando qualcuno li inganna, pensano «vedi che bravo, è stato più furbo di me», e non preparano la vendetta ma tutt’al più la rivincita. Come agli scacchi.
Anche come cristiani gli italiani sono strani. Vanno a Messa ma bestemmiano. Chiedono grazie alla Madonna e ai santi, ma a Dio mi pare che cedano poco. Sanno i dieci comandamenti a memoria, ma ne rispettano al massimo due o tre. Io credo che loro aiutino chi ne ha bisogno perché sono brava gente, che ha sofferto molto e che sa che chi ha bisogno deve essere aiutato».
(Primo Levi. “Se non ora, quando?” Einaudi Editore, 1982)
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