«Si conduce una lotta per la vita e per la morte e non è possibile ritirarsi, se non vogliamo tradire Iddio. Anche il sanguinario comunismo sa bene che sarà distrutto sin nelle radici non appena se ne presenti l’occasione al popolo. Non vi è più forza al mondo che sia in grado di riabilitare il comunismo agli occhi delle masse, talmente si è reso, infatti, odioso con le sue sanguinose violenze, i saccheggi, le menzogne, gli imbrogli e atti inumani, che non trovano riscontro nella storia del mondo. Una vera e viva immagine dell’inferno!
Ho già detto varie volte: se l’inferno per tutta l’eternità non fosse nient’altro che ciò che stiamo sperimentando noi oggi, sarebbe una cosa orribile e insopportabile. Eppure vi sono ancora in Occidente degli uomini ingenui, che scherzano col fuoco e nella loro ingenuità credono nella possibilità di una coesistenza con il comunismo sanguinario. Non sanno che esso è la viva immagine dell’inferno, un vero “mendacjum incarnatum”.
Il nostro capo dello Stato in un’occasione ha definito il comunismo come una democrazia di tipo superiore. Io confermo ciò, ad una condizione però, che si inserisca una sillaba nella parola democrazia, in maniera che si possa leggere “de monocrazia”, giacché solamente il demonio, in quanto essere superiore, ha potuto inventare tante torture per l’infelice umanità, e non un normale cervello umano».
(A. Stepii’jac, Lettera del 3 ottobre 1956 ai padre Stjepan Sakac s.j., in Positio, cit., vol. III, p. 1257).
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