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venerdì 19 febbraio 2016
Nel fiume del suo amore
Perché era necessario soffrire per salvare il mondo? Era necessario perché nel mondo esiste un oceano di male, di ingiustizia, di odio, di violenza, e le tante vittime dell'odio e dell'ingiustizia hanno il diritto che sia fatta giustizia. Dio non può ignorare questo grido dei sofferenti che sono oppressi dall'ingiustizia.
Perdonare non è ignorare, ma trasformare, cioè Dio deve entrare in questo mondo e opporre all'oceano dell'ingiustizia un oceano più grande del bene e dell'amore.
E questo è l'avvenimento della Croce: da quel momento, contro l'oceano del male, esiste un fiume infinito e perciò sempre più grande di tutte le ingiustizie del mondo, un fiume di bontà, di verità, di amore. Così Dio perdona trasformando il mondo ed entrando nel nostro mondo perché ci sia realmente una forza, un fiume di bene più grande di tutto il male che può mai esistere.
Così l'indirizzo a Dio «Hai redento il mondo, con la passione, con il soffrire del tuo Figlio», diventa un indirizzo a noi: cioè questo Dio ci invita a metterci dalla sua parte, ad uscire dall'oceano del male, dell'odio, della violenza, dell'egoismo e di identificarci, di entrare nel fiume del suo amore.
Benedetto XVI. Celebrazione dei vespri nella Cattedrale di Aosta, 24 luglio 2009.
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Paolo Mitri
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