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sabato 26 maggio 2018

Il pane duro


«È una questione molto seria. La nostra predicazione, il nostro annunzio effettivamente è ampiamente orientato, in modo unilaterale, alla creazione di un mondo migliore, mentre il mondo realmente migliore quasi non è più menzionato. Qui dobbiamo fare un esame di coscienza. Certo, si cerca di venire incontro all’auditorio, di dire loro quello che è nel loro orizzonte.

Ma il nostro compito è allo stesso tempo sfondare quest’orizzonte, ampliarlo e guardare alle cose ultime. I novissimi sono come pane duro per gli uomini di oggi. Appaiono loro irreali. Vorrebbero al loro posto risposte concrete per l’oggi, soluzioni per le tribolazioni quotidiane. Ma sono risposte che restano a metà se non permettono anche di sentire e riconoscete nel profondo che io mi estendo oltre questa vita materiale, che c’è il giudizio, e che c’è la grazia e l’eternità.

Le cose ultime non sono un miraggio tipo fata Morgana o utopie in qualche modo inventate, ma che colgono esattamente la realtà».

(Luce del mondo di Benedetto XVI pag. 145)

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