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Gustave Thibon


«Più delle peggiori realtà, io odio i falsi ideali. Il reale, per me, non è ciò che si oppone all'ideale, ma ciò che si oppone alla menzogna».

Gustave Thibon – 1903-2001



«Non ci si inganni: quanto più un popolo è stato cullato nelle illusioni e immerso nella vita facile, tanto più l’élite chiamata a salvarlo deve condurre una vita austera e sacrificata: solamente così essa potrà disarmare l’invidia, suscitare la confidenza e dare inizio, con il suo esempio, ad una nuova disciplina e ad un risollevamento dei costumi. Le società cadono malate a cominciare dalla testa, e pure a cominciare dalla testa esse guariscono».

«L'unica nobiltà dell'uomo, la sola via di salvezza consiste nel riscatto del tempo per mezzo della bellezza, della preghiera e dell'amore. Al di fuori di questo, i nostri desideri, le nostre passioni, i nostri atti non sono che "vanità e soffiar di vento" , risacca del tempo che il tempo divora. Tutto ciò che non appartiene all'eternità ritrovata appartiene al tempo perduto». ("Notre regard qui manque à la lumière", Fayard, 1955.)

«Ristrettezza di spirito e fanatismo delle anime deboli. Si precipitano in una convinzione come in un rifugio e respingono ciecamente tutto ciò che potrebbe sloggiarle da quello, compresi i fatti più evidenti. Il fanatismo risponde a due istinti molto profondi dell'essere umano: il bisogno di sicurezza e la tendenza aggressiva. Rassicura la debolezza e giustifica la violenza: fornisce nello stesso tempo la corazza e la spada». (Le voile et le masque, Fayard, 1985, pp 195-196).

«Non credete ai sovvertitori di regole che parlano a nome dell’amore. La dove la regola è infranta, l’amore abortisce».

«L’utopista come il santo sono dei fidanzati dell’impossibile. Quel che li distingue è che essi credono, il primo, che le nozze avranno luogo nel tempo; il secondo, nell’eternità». (L’illusion féconde, Fayard, Paris 1995, p. 136)

«Una volta credevo in Dio. Adesso, credo soltanto in Dio».

«Un uomo è ricco in proporzione alla quantità di cose di cui può fare a meno».

«Gli idoli non lottano tra di loro che in apparenza: nell’intimo loro, sono tutti alleati contro Dio».

«La scelta non è fra la gioia e la sofferenza; la sola scelta è tra il dolore aperto dalla Croce e il dolore chiuso dell’inferno».

«Chi rifiuta di essere l’immagine di Dio, sarà in eterno la sua scimmia».

«Sinistra e destra nella Chiesa e la spiritualità: il progressista avanza senza tener conto dei parapetti e cade nell’abisso; l’integrista, per paura di cadere, si aggrappa ai parapetti e non avanza più».

«Non conosco che due forme sane dello spirito conservatore: la fedeltà viva che consiste nel prolungare il passato nel presente come le radici si prolungano nei fiori, e l’amore contemplativo che consiste nel proiettarlo nell’eternità: quella che fa rinascere le cose nel tempo e quella che le solleva al di sopra del tempo».

«Molte cose quaggiù devono essere soltanto contemplate – e non gustate e toccate – molte cose per noi devono essere stelle!».

«Dal momento in cui l’uomo espelle Dio da sé, tutto in lui (ogni frammento del suo essere scompaginato) è successivamente chiamato a diventare Dio. E, simultaneamente, a diventare guerra. Dove trovare un legame comune, un modus vivendi fra cose di cui ognuna vuol essere il centro o, per meglio dire, la tomba di tutte le altre?».

«La sventura non sta nel fatto che due menzogne si dilanino tra loro, ma che esse lottino sul corpo di una verità assassinata».

«Non vi sono che due cose assolutamente comuni a tutti gli uomini: il loro nulla originale e il Dio che li ha creati. Se essi sono troppo deboli o troppo peccatori per unirsi nel culto di quel Dio, invincibilmente tendono a comunicare nel nulla».

«Volendo mettere la libertà dove non è, la si distrugge dove Dio l’ha messa. L’uomo che non accetta di essere relativamente libero sarà assolutamente schiavo».

«Non si sfugge all’obbedienza che per cadere nella servitù».

«Il dovere delle forze spirituali è quello di portare Dio ai grandi e alle masse; il loro peccato, di cercare Dio ora nei grandi, ora nelle masse».

«Dio non è “crudele” che nella misura in cui gli uomini, chiudendo il cuore alla Sua grazia, gli impediscono di esercitare la Sua bontà».

«A Dio non si sfugge: chi rifiuta di essergli figlio, sarà eternamente sua scimmia».

«Il capitalismo è come una tavola dove vivande guaste vengono imbandite a un esiguo numero di uomini. Troppi rivoluzionari non hanno, sventuratamente, altra ambizione che di moltiplicare all’infinito il numero dei convitati a quell’impuro festino».

«Il male è una lima. Secondo la natura delle nostre virtù, le assottiglia sino al nulla o le aguzza sino a Dio».

«Una rivoluzione non è la virtù che si vendica, ma il vizio che sciama. Il risultato più evidente di queste “sacre collere del popolo” è la moltiplicazione dei convitati al banchetto della corruzione».

«Ciò che una menzogna detesta di più; non è la menzogna antagonista (che comunica con lei nell’unità della menzogna), ma è la verità che si erge contro le due menzogne e le condanna».

«Nell’anima di un santo, la morale e la vita non lottano che per meglio unire in alto la loro realtà; nell’uomo traditore di Dio, non si urtano che per meglio separare in basso i loro fantasmi».

«Un solo amore comune è capace di avvicinare efficacemente gli uomini: l’amore supremo. Tutti i miti, in nome dei quali si è preteso unire gli uomini fuori di Dio, hanno moltiplicato la separazione e l’anarchia. Chi non raccoglie con me, disperde...».

«Cerchiamo di essere nel tempo i giardinieri dell’eternità».

«Il mistero cristiano non è un muro contro il quale l’intelligenza si infrange, ma un mare dove l’intelligenza si espande».

«La verità è spesso una ferita, quasi mai un balsamo».

«L’oggetto che più accende i tuoi sguardi, bada a non tendere troppo presto verso di lui le tue labbra. Altrimenti il tuo amore appassirà: non sei ancora un angelo per poter stringere una stella in purità».

«L'amore senza eternità si chiama angoscia. L'eternità senz'amore si chiama inferno».

«Non ci si inganni: quanto più un popolo è stato cullato nelle illusioni e immerso nella vita facile, tanto più l’élite chiamata a salvarlo deve condurre una vita austera e sacrificata: solamente così essa potrà disarmare l’invidia, suscitare la confidenza e dare inizio, con il suo esempio, ad una nuova disciplina e ad un risollevamento dei costumi».

«Missione del capo e dell’apostolo - Attrarre, non trattenere. Risplendere abbastanza perché le anime vengano a noi, spegnersi a tempo perché non si attacchino a noi e ci oltrepassino».

«Perché mai, messi di fronte ad una grande azione morale o a un sacrificio eroico - a queste vette del bene - non diciamo: ecco una buona azione, ma: è bello! A un certo livello, il linguaggio della morale sfocia spontaneamente in quello dell’estetica».

«Il mondo (nel senso evangelico della parola) vorrebbe peccare senza soffrire. È questo il vecchio sogno della rivolta umana, che concretizza oggi il bisogno individuale di “vivere la propria vita” o il mito sociale della “città futura”. Il Cristianesimo ci invita a soffrire senza peccare, ed è la follia della Croce».

«Compito del cristiano è l’essere insieme straniero e presente al suo tempo. Straniero alle sue illusioni e presente a tutti i mali che derivano da quelle illusioni».

«I vostri capi sono senza dubbio imperfetti; possono avere, come tutti gli uomini le loro debolezze e i loro errori; ma il più umile buon senso vi insegna che vi salverete in modo infinitamente più certo restando uniti sotto dei capi imperfetti che se, cercando la perfezione, create l’anarchia».

«Per unire gli uomini, non basta gettare ponti, bisogna costruire scale. Chi non sale fino a Dio non può incontrare il fratello».

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