Agli omosessuali non dovrebbe essere concesso di stare in posizioni dove potrebbero essere capaci di mal influenzare i giovani. Nelle condizioni in cui viviamo, a causa dei problemi che il nostro Paese deve affrontare, dobbiamo inculcare ai giovani lo spirito della disciplina, della lotta, del lavoro... Noi non arriveremmo mai a credere che un omosessuale possa incarnare le condizioni e i requisiti di condotta che ci permetterebbe di considerarlo un vero rivoluzionario, un vero comunista aggressivo. Una deviazione di questa natura si scontra con il concetto che abbiamo di ciò che un militante comunista deve essere.
Lo Spirito Santo infatti, non è stato promesso ai successori di Pietro per rivelare, con la sua ispirazione, una nuova dottrina, ma per custodire con scrupolo e per far conoscere con fedeltà, con la sua assistenza, la rivelazione trasmessa dagli Apostoli, cioè il deposito della Fede.
Concilio Vaticano I – Costituzione Dogmatica “Pastor Aeternus”, cap. IV (18 luglio 1870)
“Giovanni XXII ha delle gravi responsabilità innanzi al tribunale della storia (…)”, perché "offrì alla Chiesa intera lo spettacolo umiliante dei principi, del clero e delle università che rimettono il Pontefice sulla retta via della tradizione teologica cattolica, mettendolo nella dura necessità di disdirsi”. (Beato Idelfonso Schuster - “Gesù Cristo nella storia. Lezioni di storia ecclesiastica” - Benedictina Editrice, Roma 1996, pp. 116-117).
«Solo la Chiesa, innalzando gli altarini dell’anno liturgico, costringendo le stagioni a seguir passo passo la vita di Cristo, ha saputo tracciarci il piano delle occupazioni necessarie, dei fini utili. Ci ha fornito il mezzo di camminare sempre accanto a Gesù, di vivere giorno per giorno i Vangeli; per i cristiani ha fatto del tempo il messaggero dei dolori e l’araldo delle gioie; ha affidato all’anno il ruolo di servo del Nuovo Testamento, di emissario zelante del culto». Durtal rifletteva sul ciclo della liturgia che si inizia col primo giorno dell’anno religioso, all’Avvento, poi gira con un movimento insensibile su se stesso fin che ritorna al punto di partenza, all’epoca in cui la Chiesa si prepara, con la penitenza e la preghiera, a celebrare il Natale. Sfogliando il suo eucologio, vedendo il cerchio meraviglioso degli uffizi, pensava al prodigioso gioiello, alla corona di re Reccesvinto che il museo di Cluny custodisce. L’anno liturgico non era forse, come quella, cosparso di cristalli e di pietre preziose dai suoi cantici mirabili, dei fervidi inni incastonati nell’oro delle Benedizioni e dei Vespri? Sembra che la Chiesa abbia sostituito alla corona di spine, di cui i Giudei avevan cinto le tempie del Salvatore, la corona reale dell’abito del Tempo, la sola cesellata in un metallo abbastanza prezioso, con un’arte abbastanza pura per osare di posarsi sulla fronte di un Dio! Joris-Karl Huysmans, Per strada – 1895
Uno dei discepoli più intimi di Shaw mi disse al tempo della prima commedia : «Nietzsche ha ragione in almeno un caso: quando afferma che l'uomo è una cosa che va superata». lo gli risposi : «In un certo senso l'osservazione è la più cristiana e ortodossa; ma ammenoché voi non abbiate un concetto immutabile di Bene, come fate a sapere quando l'uomo è stato superato?». Il discepolo evidentemente non ci aveva mai riflettuto. Per dirla in poche parole, supponiamo che sei superuomini compaiano improvvisamente e si riuniscano in circolo, tutti diversificandosi dal tipo umano per opposte caratteristiche. Supponiamo ad esempio che uno di essi sia un gigante più coraggioso, ma più brutale dell'uomo; un altro una specie di santone indù, più mite ma più ascetico dell'uomo; un altro ancora un grande poeta del piacere, più gioioso ma più egoista dell'uomo; e così via, sino ad un numero indefinito di contrastanti esempi di esseri superiori al di là della pedissequa imitazione dell'uomo. Come fa l'evoluzionista a sapere quale di questi esseri superiori è superiore agli altri? Come fa a saperlo, ammenoché non possieda di già un ideale fìsso ed inalterabile dell'essere superiore? E se egli possiede tale ideale, tutta la metafisica dell'evoluzione va in frantumi; v'è qualcosa sin dal principio che resiste a tutti i mutamenti sino alla fine.
(Chesterton, George Bernard Shaw, Leonardo da Vinci, Bari, p.255)