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giovedì 8 marzo 2018

I cocci di una società disfatta


Se si aiutano le famiglie in difficoltà si è lodati, se si lotta contro le leggi anti-famiglia si è vituperati come dei violenti che vogliono le prove muscolari. Basterebbero poche persone per bloccare l’educazione gender nelle scuole pubbliche, agendo per esempio sugli errori procedurali degli uffici pubblici, ma farlo è considerato una prova muscolare che non si confà al cattolico. 

Egli dovrebbe dedicarsi solo a raccogliere caritatevolmente i cocci di una società disfatta, ma senza impegnarsi a costruirla meglio. Se lo facesse sarebbe come trasformare il Vangelo in ideologia. 

La verità è invece il contrario: eliminato l’ordine della società da costruire secondo il diritto naturale, i cattolici si fanno strumentalizzare da tutti sul piano del funzionamento delle istituzioni e delle leggi e si illudono che basti fare poi i buoni samaritani per eliminare il rimorso. Questo è un nuovo clericalismo. 

Infatti, facendoci strumentalizzare dagli altri contribuiamo, sotto il diretto indirizzo della gerarchia, alla costruzione (anche se distorta) della società, e intervenendo, sempre dietro indirizzo diretto della gerarchia, per sanare le ferite con le sole opere di carità senza una verità naturale, ossia laica, che ci guidi, pensiamo che politicamente il Vangelo sia un “copia e incolla”. 

“Basta il Vangelo”, hanno sempre detto i cattolici rahneriani, legittimando in questo modo la loro presenza politica in partiti distruttivi non solo del cristianesimo ma anche del diritto naturale. 

Erano i cultori della mediazione, ma hanno eliminato ogni mediazione, che fino ad allora la ragione naturale aveva fornito. Benedetto XVI a Berlino aveva detto che mai il cristianesimo ha preteso di rapportarsi direttamente alla politica, ma era sempre passato attraverso il diritto naturale. Tolto ora il diritto naturale, il Vangelo si rapporta direttamente alla politica… degli altri però.

(Stefano Fontana, La nuova Chiesa di Karl Rahner – Il teologo che ha insegnato ad arrendersi al mondo, 2017, pp. 36-37)

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