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domenica 26 gennaio 2020

Le povere persone del davanti


I pederasti iniziano a contarsi e scoprono di formare una potenza all’interno dello Stato.
Mancava solo un’organizzazione, ma secondo questo libro sembra che esista già in segreto.
E poiché contano uomini tanto importanti nei vecchi partiti ed anche nei nuovi, da Rösing a Schweitzer, la loro vittoria è inevitabile. D’ora in poi sarà: “Guerre aux cons, paix aux trous de cul” [“guerra alla fica, pace al buco del culo”, letteralmente].

Incidentalmente, solo in Germania era possibile che un elemento simile apparisse, trasformasse la sozzura in una teoria e invitasse: “introite”.
Sfortunatamente non era ancora abbastanza coraggioso da confessare apertamente di esserlo, e deve ancora operare coram publico, “dal davanti”, ma non “dal fronte dietro”, come una volta dice per errore.

Ma aspetta soltanto che il nuovo codice penale nord-tedesco riconosca i “droits de cul” [“i diritti del culo”, letteralmente] e sarà tutto diverso.
Per le povere persone “del davanti” come noi, con la nostra infantile passione per le donne, le cose si metteranno male.

Karl Marx, di suo proprio pugno, nelle sue Lettere a Friedrich Engels (“Carteggio” 1868-69).

lunedì 20 gennaio 2020

Sorprendenti analogie


Fu proprio l’Impero [romano] a permettere che i barbari varcassero il Danubio, ritenendo di poter sfruttare la loro presenza. Alla stessa maniera, oggi i profughi provenienti dall’Africa e dall’Asia centrale vengono aiutati in ogni modo a toccare il suolo europeo con speciali programmi di salvataggio e investimenti economici e militari enormi, sebbene criticatissimi e poco efficaci.
Ammiano Marcellino … racconta che nel 376 d.C. l’Impero arrivò perfino ad aiutarli nell’attraversamento del grande fiume.
L’imperatore Valente, infatti, manovrato da abili adulatori, s’era convinto che i barbari, entrando in territorio romano attraverso il Danubio, avrebbero fornito con poca spesa nuove reclute al suo esercito, che sarebbe così diventato «invincibile».

Per questo, dice Ammiano, “furono inviati [dalle parti del Danubio] diversi addetti con l’incarico di traghettare quell’orda selvaggia con mezzi opportuni. A ciò si lavorò con grandissimo impegno, in modo che non restasse indietro neanche uno di quegli uomini, che pure avrebbero rovesciato lo stato più che se fosse caduto preda di una malattia mortale. Quelli quindi, ottenuto per concessione dell’imperatore il permesso di attraversare il Danubio e insediarsi nelle terre della Tracia, vennero traghettati giorno e notte, in gruppi, su navi, zattere e tronchi scavati. Siccome il Danubio è un fiume pericolosissimo, per giunta ingrossato in quel momento da piogge fitte, parecchi morirono annegati mentre, per la gran ressa, tentavano di attraversarlo contro corrente e cercando di nuotare.”

(Raffaele Simone, L’ospite e il nemico - La Grande Migrazione e l’Europa, Garzanti)

lunedì 13 gennaio 2020

I tunnel della storia


Le idee e le istituzioni umane non sono mai così vicine alla decadenza come quando raggiungono il loro apogeo.
Una frutta non è mai così vicina al marciume come quando raggiunge la piena maturità.
La malvagità sta raggiungendo il suo apice.
Il comunismo [adesso noi parleremmo invece d’ecologismo], che è la nota più stridula nel concerto di blasfemie che è stato sollevato contro la Chiesa dal XVI secolo, rappresenta esattamente il parossismo dell’incredulità.
E noi cattolici gemiamo oggi sotto il peso dell'oppressione dei nostri avversari, che ci gettano in faccia l'esclamazione di Brenno: “Guai ai vinti!”.

Ma la Chiesa, che è immortale perché non è umana, restituisce loro la frase, ribaltando il suo significato: “Guai ai vincitori!”.
In effetti, per tutte le cose che non partecipano alla durevolezza indistruttibile della Chiesa, il periodo di massimo splendore non è altro che una fase brillante sulla strada della morte.
Ogni vittoria di Napoleone rappresentava per lui un passo che lo avvicinava a Waterloo. La Waterloo dell’empietà è vicina.
Lasciamo quindi andare questi Wagram e questi Austerlitz dell’incredulità. Il loro trionfo non durerà.

Quando il viaggio in treno è troppo lungo, quando le montagne sono troppo ripide per salire, quando le curve del terreno sono molto lunghe, gli ingegneri scavano un tunnel che, sottoponendo i passeggeri a alcuni minuti di oscurità, riducono tuttavia la fatica del viaggio e risparmiano loro lunghe ore di percorso.
Pensiamo che la fase di dolori sempre più acuti che il cattolicesimo avrà sia come il tunnel che, sebbene ci immerga per qualche tempo nelle oscurità più fitte, nel buio del dolore più assoluto, accorcerà il nostro cammino verso la vittoria finale, tagliando montagne e superando ostacoli che senza questo tunnel di dolore richiederebbero molti decenni - secoli, forse - per essere attraversati.

La Chiesa, e con essa la civiltà occidentale, entra in uno dei tunnel della storia attraverso cui la Divina Provvidenza ci fa entrare per abbreviare le sofferenze del cattolicesimo.
E ogni volta, quindi, che sentiamo l’attacco più compatto, le prove più terribili, abbiamo la convinzione rassicurante che stiamo progredendo nel tunnel e ci stiamo avvicinando sempre più al momento felice in cui ci ritroveremo di nuovo nella radiosa chiarezza di una civiltà pienamente cristiana.
Nemici della Chiesa: Guai a voi!
Pierre-Antoine Berryer, l’immortale avvocato difensore dal Maresciallo Ney, disse: “La Chiesa riceve i colpi e non li rende. Ma state attenti: essa è un’incudine che ha logorato molti martelli!”

Plinio Correa de Oliveira, 1931.

martedì 7 gennaio 2020

La domanda che oggi resta in primo piano


Un santo Dottore ebbe la vocazione e la missione di difendere non l’uno o l’altro dogma della fede cristiana, ma lo stesso cristianesimo: quello che esige, innanzitutto, che ci sia davvero una ‘realtà’ da salvare, e un creatore che ami e difenda la sua creazione.
È, infatti, questo il dramma attuale in cui è avvolta e coinvolta l’intera umanità: il fatto che a ognuno sia concesso di credere quello che vuole, purché resti indiscutibile per tutti il “fondamento laicista”, cioè che non esiste natura, né creazione, né creatore, ma solo l’uomo con il suo il illimitato diritto a sperimentare e fare esperienze.

Come cristiani nel mondo, abbiamo attraversato l’umanesimo, il rinascimento, l’Illuminismo, il razionalismo, il positivismo, il materialismo, il relativismo, e altro ancora. Nella Chiesa stessa abbiamo attraversato le crisi più diverse (dalle prime eresie, alla cosiddetta riforma protestante, al giansenismo, al modernismo, alla teologia della secolarizzazione e a quella della liberazione e altro ancora).
Ma alla fine la domanda radicale e ineludibile che oggi resta in primo piano - per tutti, colti e indotti - è se l’uomo possa o no occupare il posto di Dio Creatore.
E si scopre così che nessun filosofo in nessun teologo l’ha affrontata tanto seriamente come Tommaso d’Aquino ha già fatto nel secolo XIII.

(Antonio Maria Sicari, San Tommaso d’Aquino, in “Il quindicesimo libro dei Ritratti di santi”, Jack Book. Milano 2017, pp. 122-123)

giovedì 2 gennaio 2020

La secolarizzazione della salvezza cristiana


Lo spiritualismo (gnostico/gioachimita) alle origini della secolarizzazione e della modernità nel pensiero e nella politica.

[Nel pensiero di Gioacchino da Fiore] la rivelazione non sarebbe ancora conclusa. 
La nuova età dello Spirito Santo è caratterizzata dal superamento dell’interpretazione letterale del Vangelo … e dal superamento della Legge, sia vecchia che nuova, sia quella dei comandamenti che quella delle beatitudini, in una nuova interpretazione mistica suggerita dallo Spirito. 
La Chiesa dovrà superare la sua struttura gerarchica e sacramentale per diventare una realtà spirituale.

[…] La teologia di Gioacchino è incentrata sull’escatologica, ossia sulla salvezza finale, ma la interpreta eliminando ogni dualismo, in quanto già nella storia si realizzerà la pienezza: un regno di pace, giustizia e libertà. 
La sua teologia, di origine gnostica, ha influenzato i Francescani spirituali, i camperisti delle più diverse correnti, gli utopisti, i movimenti chiliastici e rivoluzionari, le varie forme di millenario tendenti a movimenti di rinnovamento radicale, comprese le forme di socialismo e comunismo.

Ha globalmente influenzato tutto lo spirito della modernità che, nella sua anima profonda, consiste nella tendenza (“religiosa”) a un rinnovamento radicale totale. 
Il gioacchimismo ha prodotto il superamento della distinzione tra Chiesa e mondo, tra città di Dio è città dell’uomo, e ha secolarizzato la salvezza cristiana proprio nel tentativo di spiritualizzarla.

Non è quindi per caso che esso, durante la contesa degli Spirituali in seno all’ordine francescano, si sia collegato con Guglielmo di Occam, che separava ragione e fede, e con l’aristotelismo politico deteriorarsi di Giovanni di Jandun e Marsilio da Padova, che separavano religione è politica.
Con questi ultimi, infatti, Michele da Cesena e Bonagrazia di Bergamo trovarono rifugio e appoggio presso l’imperatore Ludovico il Bavaro.

Stefano Fontana, La sapienza dei medievali, Pag. 151-152.