martedì 7 gennaio 2020
La domanda che oggi resta in primo piano
Un santo Dottore ebbe la vocazione e la missione di difendere non l’uno o l’altro dogma della fede cristiana, ma lo stesso cristianesimo: quello che esige, innanzitutto, che ci sia davvero una ‘realtà’ da salvare, e un creatore che ami e difenda la sua creazione.
È, infatti, questo il dramma attuale in cui è avvolta e coinvolta l’intera umanità: il fatto che a ognuno sia concesso di credere quello che vuole, purché resti indiscutibile per tutti il “fondamento laicista”, cioè che non esiste natura, né creazione, né creatore, ma solo l’uomo con il suo il illimitato diritto a sperimentare e fare esperienze.
Come cristiani nel mondo, abbiamo attraversato l’umanesimo, il rinascimento, l’Illuminismo, il razionalismo, il positivismo, il materialismo, il relativismo, e altro ancora. Nella Chiesa stessa abbiamo attraversato le crisi più diverse (dalle prime eresie, alla cosiddetta riforma protestante, al giansenismo, al modernismo, alla teologia della secolarizzazione e a quella della liberazione e altro ancora).
Ma alla fine la domanda radicale e ineludibile che oggi resta in primo piano - per tutti, colti e indotti - è se l’uomo possa o no occupare il posto di Dio Creatore.
E si scopre così che nessun filosofo in nessun teologo l’ha affrontata tanto seriamente come Tommaso d’Aquino ha già fatto nel secolo XIII.
(Antonio Maria Sicari, San Tommaso d’Aquino, in “Il quindicesimo libro dei Ritratti di santi”, Jack Book. Milano 2017, pp. 122-123)
giovedì 2 gennaio 2020
La secolarizzazione della salvezza cristiana
Lo spiritualismo (gnostico/gioachimita) alle origini della secolarizzazione e della modernità nel pensiero e nella politica.
[Nel pensiero di Gioacchino da Fiore] la rivelazione non sarebbe ancora conclusa.
La nuova età dello Spirito Santo è caratterizzata dal superamento dell’interpretazione letterale del Vangelo … e dal superamento della Legge, sia vecchia che nuova, sia quella dei comandamenti che quella delle beatitudini, in una nuova interpretazione mistica suggerita dallo Spirito.
La Chiesa dovrà superare la sua struttura gerarchica e sacramentale per diventare una realtà spirituale.
[…] La teologia di Gioacchino è incentrata sull’escatologica, ossia sulla salvezza finale, ma la interpreta eliminando ogni dualismo, in quanto già nella storia si realizzerà la pienezza: un regno di pace, giustizia e libertà.
La sua teologia, di origine gnostica, ha influenzato i Francescani spirituali, i camperisti delle più diverse correnti, gli utopisti, i movimenti chiliastici e rivoluzionari, le varie forme di millenario tendenti a movimenti di rinnovamento radicale, comprese le forme di socialismo e comunismo.
Ha globalmente influenzato tutto lo spirito della modernità che, nella sua anima profonda, consiste nella tendenza (“religiosa”) a un rinnovamento radicale totale.
Il gioacchimismo ha prodotto il superamento della distinzione tra Chiesa e mondo, tra città di Dio è città dell’uomo, e ha secolarizzato la salvezza cristiana proprio nel tentativo di spiritualizzarla.
Non è quindi per caso che esso, durante la contesa degli Spirituali in seno all’ordine francescano, si sia collegato con Guglielmo di Occam, che separava ragione e fede, e con l’aristotelismo politico deteriorarsi di Giovanni di Jandun e Marsilio da Padova, che separavano religione è politica.
Con questi ultimi, infatti, Michele da Cesena e Bonagrazia di Bergamo trovarono rifugio e appoggio presso l’imperatore Ludovico il Bavaro.
Stefano Fontana, La sapienza dei medievali, Pag. 151-152.
giovedì 26 dicembre 2019
Un Dio lontano è sempre più comodo di un Dio vicino
Spero, caro Farfarello, che tu non ti sia lasciato sfuggire l’occasione, durante queste ultime feste natalizie, di ammirare qualcuno dei presepi che in molte case ancora si usa allestire per la gioia dei bambini e dei vecchi. Ce n’è di tutti i tipi, dal legno alla cartapesta, dal cristallo al bronzo, dalla terracotta al plexiglas…
Io amo i presepi. Dirai che sono un vecchio sentimentale… Ebbene, di’ pure, se vuoi.
Prima però, senti quello che ho da dirti in proposito. Da secoli ormai un’idea mi frulla per il capo alla sola vista di un presepe, e te la voglio confidare in segno di stima. Ebbene, io credo che la grande quantità di energia che noi diavoli abbiamo sempre profuso per inventare argomentazioni seducenti contro Dio sia, in gran parte fatica sprecata. Noi non dobbiamo creare nuovi argomenti: possiamo usare pari pari i loro. È il cuore che decide, e spesso decide male.
Pensa alle figure minori del presepe: c’è un solo Giuseppe, una sola Maria, un solo Gesù bambino. Un solo bue, un solo asino. Gli altri sono tutte comparse, compresi i Magi. Ogni uomo al mondo è una figura minore del presepe… Seguimi bene. Dopo aver reso omaggio al Messia, che fanno tutte queste comparse? Se ne tornano, semplicemente, al loro lavoro. Il carrettiere al suo carretto, il panettiere al suo pane, e così via. C’è qualcosa, in tutto ciò, che mi manda in confusione, che mi stordisce e mi umilia: ciascuno torna lieto al suo mestiere, anzi: se prima il lavoro gli pesava, ora gli pesa molto meno, perché ha visto il Messia.
Che ira! Tutto diviene accettabile, amabile… Ma poi, passata l’ira, ecco l’idea! La grande idea! Quella che è la più grande dimostrazione dell’esistenza di Dio, la quotidianità, eccola trasformata, senza che apparentemente nulla cambi, nella più grande delle bestemmie! Che cos’è mai il tuo Dio? Un’emozione momentanea prima di riprendere il solito tran tran. Un bambinello che ti salva finché resti in estatica contemplazione, ma poi? Immaginiamo quei poveri pastori al momento del congedo. Un inchino, un altro inchino, mettiamoci pure un terzo inchino. Ma poi le spalle dovranno pur voltare, e tornarsene alle loro pecore, non è vero? E allora noi diavoli pronti, in coro, a soffiar nelle loro orecchie: dalle obiezioni più collaudate (“come può Dio, nella sua bontà, permettere il dolore innocente?”) alle migliori invenzioni della modernità (l’uguaglianza di tutti gli uomini davanti a Dio si trasforma nell’egalité giacobina, che è il suo opposto), e via dicendo.
Tutte le obiezioni contro Dio nascono dall’idea di un Dio lontano, che non vuole salvare concretamente gli uomini. Ma questa idea nasce, a sua volta, dalla comodità: un Dio lontano è sempre più comodo di un Dio vicino. È questa, Farfarello, la nostra carta vincente. Da sempre.
Un abbraccio dal tuo Malacoda.
Tratto da C. S. Lewis, Lettere di Berlicche, 1942
giovedì 19 dicembre 2019
Quando sarai risalito dal mare
Colui che è stato preso dai pescatori di Gesù ed è risalito dal mare, muore sì anche lui ma muore al mondo, muore al peccato e dopo esser morto al mondo e al peccato è vivificato dalla Parola di Dio e riceve un’altra vita.
Sei risalito dal mare cadendo nelle reti dei discepoli di Gesù; uscendo cambi d’anima, non sei più un pesce che vive nei flutti salmastri del mare, ma subito la tua anima si trasforma e si trasfigura e diventa qualcosa di meglio e di più divino di ciò che era prima.
Quando dunque tu sarai risalito dal mare e sarai stato preso dentro le reti dei discepoli di Gesù, trasfòrmati allontanandoti dal mare, dimenticalo…
Origene
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