Dagli appunti dei miei “Dialoghi col Presidente”, [Giovanni] Leone, che è una cronaca, un memoriale destinato a diventare racconto, traggo questi passi che forse non appariranno nella narrazione finale.
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«Ma Presidente… sto perdendomi: Erode, il Potere, il Presepe… c’è anche una morale in tutto questo? Di che si sta parlando?».Il Presidente mi guardò e scosse la testa, poi fissò con amara consapevolezza il suo grande e antico presepe napoletano:
«Qualsiasi potere in terra non potrà in principio o infine che contrapporsi al cristianesimo, alla Chiesa, per sopravvivere ai suoi desideri: la Chiesa è l’antidoto a qualsiasi potere che desidera diventare onnipotente, ossia, in potenza, ogni potere. Ogni potere vuole fare un uomo nuovo, a sua immagine e somiglianza, funzionale cioè alle sue necessità, ossia ai suoi desideri. Ma questa... questa non sarà mai la creatura divina originaria, non potrà che essere un uomo sfigurato, irriconoscibile da quello creato a immagine e somiglianza di Dio. Per questo ogni potere che vuol essere onnipotente cerca di cancellare la traccia divina dal volto dell’uomo, proiettandolo con l’utopia in paradisi tutti terrestri, mai lambiti da Dio, a lui estranei. Ma l’immagine di Dio è incancellabile sulla creatura divina, riemerge sempre dalle maschere di ferro dell’ideologia che gli sono state incastonate sul volto. E allora si accaniscono contro il corpo mistico di Cristo: la sua Chiesa. Ecco perché Erode si accanisce su quel Bambinello: non solo è a immagine di Dio, è Dio stesso. A voi che siete comunista… vi dovrebbero fischiare le orecchie…».
Sorride felice della provocazione crassa e anche per sdrammatizzare.
«Presidente, non sono comunista, sono solo di sinistra».
«È la stessa cosa… un giorno capirete!».
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