lunedì 26 novembre 2018
L’idea della felicità universale
È vero che anch’egli aspira alla felicità umana, però ama non le persone vive ma solo la propria idea, cioè l’idea della felicità universale. Sacrificando se stesso per questa idea, egli non esita a sacrificare anche gli altri.
Nei suoi contemporanei egli vede da una parte soltanto vittime del male mondiale che egli sogna di sradicare, dall’altra solo colpevoli di questo male.
Ha compassione dei primi ma non può aiutarli immediatamente perché la sua attività deve portare utilità solo ai suoi lontani discendenti; perciò nel suo atteggiamento verso di loro non è affatto efficiente.
Odia i secondi e nella lotta contro di loro vede il compito più immediato della propria attività e il mezzo fondamentale per realizzare il proprio ideale.
Cosi dal grande amore per l’umanità futura nasce il grande odio per gli uomini, la passione per l’organizzazione di un paradiso terrestre diventa passione per la distruzione e il credente populista-socialista si fa rivoluzionario.
(Semën Frank, L’etica del nichilismo)
lunedì 19 novembre 2018
La barbarie dell’anima
Le civiltà non muoiono sotto l’urto di barbarie esterne, ma sotto l’influenza della decomposizione interna che si chiama barbarie dell’anima.
Barbaro significa straniero, e barbarie dell’anima è proprio l’introduzione in noi d’un elemento disumano che fa esplodere i limiti dell’umano.
Ne viene anche una seconda conclusione.
L’esperienza bimillenaria dell’umanità dimostra che l’elemento disumano che distrugge l’uomo può essere vinto solo da un elemento divino.
In altre parole, la salvezza della civiltà si fonda soltanto su un ritorno ad una politica naturale e ad una religione soprannaturale.
Marcel de Corte, Fenomenologia dell’autodistruttore
martedì 13 novembre 2018
Una realtà vivente
Il cardinale John Henry Newman osservava che la Chiesa non è soltanto quella che la contemporaneità mette davanti ai nostri occhi. Il dogma della comunione dei santi non è una teoria, ma una realtà vivente.
Tutti i santi che hanno costruito l’edificio della Chiesa sono presenti e operanti accanto a noi, e la loro luce è tale da fare impallidire le ombre che ci ossessionano e ci turbano.
Il servo del profeta Eliseo era terrorizzato dalla vista dei soldati che perseguitavano il suo padrone, finché il profeta non gli aprì gli occhi, mostrandogli un immenso esercito di angeli che combatteva per la loro difesa.
(Massimo Lapponi, monaco benedettino)
giovedì 8 novembre 2018
La stupidità propria dell’idolatria
Le crisi dello Stato risultano di solito dalle crisi delle persone, dei matrimoni, delle famiglie e delle nazioni.
Per il suo bene i cittadini hanno il dovere e quindi anche il diritto di dire: no! alle leggi dello Stato emanate che non riconoscono la priorità sulla politica della persona, del matrimonio, della famiglia, della nazione. Le loro radici si affondano nell’eternità.
Proprio per questo non è lecito alla persona, al matrimonio, alla famiglia e alla nazione inginocchiarsi davanti allo Stato, dal momento che essi devono la loro identità non allo Stato ma a Dio.
Inginocchiarsi davanti allo Stato significa vivere nella stupidità propria dell’idolatria.
(Dialogo con Giovanni Paolo II di S. Grygiel pagg. 133-134)
giovedì 1 novembre 2018
Allora la Bestia fuggì
Vedo altri martiri, non ora ma in futuro... e le sette segrete minare spietatamente la grande Chiesa. Vicino ad esse ho visto una bestia orribile che saliva dal mare...
In tutto il mondo le persone buone e devote, specialmente quelle appartenenti al Clero, venivano vessate, oppresse e messe in prigione. Ebbi la sensazione che sarebbero diventate martiri un giorno.
Quando la Chiesa per la maggior parte fu distrutta e quando solo i santuari e gli altari erano ancora in piedi, osservai entrarvi i devastatori con la Bestia.
Là essi incontrarono una Donna di nobile contegno che sembrava portare nel suo grembo un bambino, perché camminava lentamente. A quella vista i nemici si terrorizzarono e la Bestia non riusciva a fare nemmeno un altro passo in avanti.
Questa protese il suo collo verso la Donna come a divorarla, ma Ella si voltò e si prostrò [in segno di sottomissione a Dio], con il capo sfiorante il suolo.
Allora la Bestia fuggì di nuovo verso il mare, e i nemici scapparono nella più grande confusione... Poi notai, in lontananza, grandiose legioni che si avvicinavano. Davanti a tutti c'era un uomo su un cavallo bianco.
I prigionieri venivano liberati e si univano a loro. Tutti i nemici venivano inseguiti. Poi, vidi che la Chiesa veniva prontamente ricostruita, ed era più magnifica di prima.
(Beata Anna Caterina Emmerich - Agosto-ottobre 1820)
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