sabato 1 febbraio 2020
Sia quello che dice il suo nome
La chiesa sia quello che dice il suo nome, quindi in essa non si faccia né si riponga altro.
Alla fine dell’Ufficio divino escano tutti in perfetto silenzio e con grande rispetto per Dio, in modo che, se un monaco volesse rimanere a pregare, privatamente, non sia impedito dall’indiscrezione altrui.
Se, però, anche in un altro momento qualcuno desidera pregare per proprio conto, entri senz’altro e preghi, non a voce alta, ma con lacrime e intimo ardore.
Perciò, come abbiamo detto, chi non intende dedicarsi all’orazione si guardi bene dal trattenersi in chiesa dopo la celebrazione del divino Ufficio, per evitare che altri siano disturbati dalla sua presenza.
(San Benedetto, Sancta Regula, Capitolo LII)
Pubblicato da
Paolo Mitri
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