lunedì 28 dicembre 2015

Lei mi sta giudicando


- Salve vorrei prenotare un'ora di tennis.
- Beh... è strano... lei è vestito da sciatore.
- Sì ma mi piace pensare di far parte di un tennis club.
- Per giocare dovrebbe avere la racchetta. Come fa a giocare a tennis con gli sci? Le consiglio di comprarne una.
- Io faccio quello che mi pare, mi faccia entrare.
- Non posso, questo è un club per tennisti e lei non è adatto a entrare in un campo da tennis. Me lo rovina con gli scarponi.
- Come si permette di dirmi quello che devo fare?
- Io le do' un consiglio per poter entrare a giocare. Lei può fare come crede ma vestito così per me non va bene.
- Lei mi sta giudicando. come si permette?
- Non sto giudicando. Le dico che per entrare deve lasciare gli scarponi a casa.
- Anche lei è uno sciatore, lo so per certo.
- Sì, a volte scio. Ma il tennis mi piace di più. Mi tolgo sci e scarponi, prendo la racchetta ed entro. Lei così non è adeguato al luogo.
- Ancora mi giudica!!!
- No, le sto spiegando. Lei è libero di fare come vuole.
- Fascista! Razzista! Sciofobo!

Di Simone Cigni. Dialogo dal libro: “Cristiani nel terzo millennio. La sfida impossibile”.
Edizioni Ceprovomaèinutiletantononcapiscono, 2014

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martedì 22 dicembre 2015

Una miserabile caricatura


Un Gesù che sia d'accordo con tutto e con tutti, un Gesù senza la sua santa ira, senza la durezza della verità e del vero amore, non è il vero Gesù come lo mostra la Scrittura, ma una sua miserabile caricatura.

Una concezione del “vangelo” dove non esista più la serietà dell'ira di Dio, non ha niente a che fare con la vangelo biblico.

Un vero perdono è qualcosa del tutto diverso da un debole “lasciar correre”.

Il perdono è esigente e chiede ad entrambi – a chi lo riceve ed a chi lo dona – una presa di posizione che concerne l'intero loro essere. Un Gesù che approva tutto è un Gesù senza la croce, perché allora non c'è bisogno del dolore della croce per guarire l'uomo.

Ed effettivamente la croce viene sempre più estromessa dalla teologia e falsamente interpretata come una brutta avventura o come un affare puramente politico.

La croce come espiazione, la come come “forma” del perdono e della salvezza non si adatta ad un certo schema del pensiero moderno.

Solo quando si vede bene il nesso fra verità ed amore, la croce diviene comprensibile nella sua vera profondità teologica. Il perdono ha a che fare con la verità e perciò esige la croce del Figlio ed esige la nostra conversione. Perdono è appunto restaurazione della verità, rinnovamento dell'essere e superamento della menzogna nascosta in ogni peccato.

Il peccato è sempre, per sua essenza, un abbandono della verità del proprio essere e quindi della verità voluta dal Creatore, da Dio.

Da Joseph Ratzinger, “Guardare a Cristo” pag. 76, Jaca Book 1986

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martedì 15 dicembre 2015

Un gruppo di addetti alle attività ittiche


Qualche anno fa, provai a riassumere il Vangelo nell’idioma imposto minacciosamente dal Ministero orwelliano per il Linguaggio Non Discriminante.

Vediamo: «In quel tempo, Gesù guarì un diversamente dotato, un altrimenti abile, alcuni non udenti e non vedenti, oltre ad affetti da difficoltà motorie. Poi impose le mani a un hanseniano e a un portatore di morbo Down e ad alcuni disadattati socio-mentali. Riportò alla salute infermi terminali e consolò diversi svantaggiati. A quella vista, un gruppo di addetti alle attività ittiche e di collaboratrici domestiche decise di unirsi a lui. Non mancavano, tra loro, anche operatori ecologici e paramedici. Tutti, rispettosi del diverso orientamento sessuale dell’altro e della diversa etnia. Insieme, privilegiarono le problematiche degli appartenenti all’area della emarginazione e del disagio sociale».

Il “politicamente corretto” (di cui questo è un piccolo saggio della lingua) è insidioso per i credenti – non caso anche cattolici in buona fede vi cascano – perché altro non è che un cristianesimo mutilato e stravolto, riletto da chi pensa di risolvere il male del mondo nascondendolo sotto l’eufemismo ipocrita.

Se il diavolo è “la scimmia di Dio”, lo è anche questa, che è oggi l’ideologia egemone. Ma il lavorio del Grande Fratello Corretto non si ferma mai. Ecco alcune new entries: per esorcizzare la vecchiaia, da molto tempo il “vecchio” era divenuto “anziano”, poi “senior”. Ora, vedo che, stando alle direttive del Ministero per la Non Discriminazione, di un novantenne si deve dire “di età importante”. E “di peso importante” deve sostituire il “grasso” o, peggio, “obeso”.

“Zingari”, si sa, è bandito. Si è provato con “rom”, ma i romeni hanno protestato. Dunque, si dica sempre e solo “migranti”. Ma proprio in questi giorni ho appreso l’ultimo eufemismo: soprattutto per treni ed aerei, strike, sciopero, è troppo forte, può essere offensivo per lavoratori e viaggiatori. Dunque, si dica sempre e solo: industrial action, “azione industriale”.

E chi crede che scherzi, guardi il tabellone delle partenze di stazioni ed aeroporti europei e americani in giorni di astensione dal lavoro. In questo modo, grande sollievo è previsto per chi voleva viaggiare e invece rimane a piedi.


Di Vittorio Messori. Il vangelo politicamente corretto – 4 gennaio 2011 – La Nuova Bussola Quotidiana

giovedì 10 dicembre 2015

La vendetta di Dio


«La misericordia di Cristo non è una grazia a buon mercato, non suppone la banalizzazione del male. Cristo porta nel suo corpo e sulla sua anima tutto il peso del male, tutta la sua forza distruttiva.

Egli brucia e trasforma il male nella sofferenza, nel fuoco del suo amore sofferente. Il giorno della vendetta e l’anno della misericordia coincidono nel mistero pasquale, nel Cristo morto e risorto.

Questa è la vendetta di Dio: egli stesso, nella persona del Figlio, soffre per noi.

Quanto più siamo toccati dalla misericordia del Signore, tanto più entriamo in solidarietà con la sua sofferenza – diveniamo disponibili a completare nella nostra carne “quello che manca ai patimenti di Cristo”».

(Card. Joseph Ratzinger - Missa pro eligendo Romano Pontifice, 18 aprile 2005).

sabato 5 dicembre 2015

Le sole forze umane non bastano


«Ora, sotto il nome di comunismo, non s’intende più semplicemente un sistema economico, ma si vede la semplice negazione di tutto intero l’ordine spirituale, tutto riducendo al trionfo della materia. Alla stessa Provvidenza si sostituisce ora il materialismo storico. I diversi governi hanno fin qui creduto di poter opporre alla marea comunista una diga in grazia di tutto un sistema di leggi in favore del proletariato. L’intenzione può bensì essere degna d’encomio, ma il rimedio non è questo, perché non è questa la malattia di cui soffre oggi la società.

Oggi comunismo non significa più semplicemente un sistema economico, come ancora lo concepiscono parecchi credenti che tempo addietro vollero intitolarsi: Comunisti Cristiani. Oggi il Comunismo integrale è essenzialmente un sistema religioso, che vuole distruggere i valori dello spirito in grazie del più puro ed assoluto materialismo. Dio, Patria e Famiglia nel sistema Comunista integrale non hanno più senso alcuno. L’anima del mondo è il materialismo storico.

Per combattere questa speciale forma di occulto Satanismo, avversario non meno della Religione, che di tutte le Patrie, non c’è che Cristo. Egli solo può vincere Satana ed incatenarlo ai suoi piedi, come ce lo spiega Abacuc nel suo Cantico: (Deus) stetit et mensus est terram; ante faciem Eius ibit mors. Et egredietur diabolus ante pedes eius…

Le sole forze umane non bastano a trattenere l’avanzata travolgente del Comunismo. Forse, tra mezzo secolo apparirà ancora più evidente la natura essenzialmente religiosa della guerra che fin d’ora scuote il mondo: o Comunismo, o Cristo. Chi non vuole soccombere al materialismo assoluto, si schieri con Cristo vincitore».

Tratto dalla lettera pastorale del Cardinale Ildefonso Schuster, 10 febbraio 1945.

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