domenica 26 maggio 2019

Le idee sostanziali


Per Agostino le idee sostanziali, che Platone fa vivere in un luogo celeste, divengono idee di Dio; la personale ragione cosmica degli stoici diviene il Dio personale, onnisciente e onnipotente. La nous semplicemente teistica di Aristotele diviene il Dio creatore che trascende il mondo, ma che lo conserva eternamente con la sua onnipotenza, lo guida con la sua Provvidenza e lo governa secondo la legge eterna.

Questa legge eterna è per Agostino sinonimo della ragione suprema e della eterna verità, anzi della stessa ragione divina, secondo le cui leggi si compiono e si regolano la vita interna e l’attività esteriore di Dio. La ragione di Dio è ordine, e la sua legge stabilisce questo ordine essenziale, l’ordine degli esseri, delle essenze e dei valori.

Ma questa norma, poiché è identica all’essenza immutabile di Dio riposante in se stessa, non è al di sopra di Dio, ma è data con Lui, è come Lui immutabile. [...] Attraverso questa legge Dio, agendo dal di fuori, conduce e regge l’universo e lo conserva. Dio, ragione suprema, essere immutabile, volontà onnipotente, tutto questo è nella forma più una cosa sola.

Ma la legge naturale, la lex naturalis, e il suo implicito contenuto, lo jus naturale non è altro precisamente che questa legge divina nel suo rapporto all’uomo, in quanto esso partecipa della legge divina stessa. La legge eterna si manifesta, nella natura irragionevole, sotto la gonna di cieca necessità; come dovere, come norma della libera attività morale, essa è iscritta nel cuore dell’uomo, dell’essere ragionevole libero, si manifesta nella natura morale e razionale dell’uomo, è iscritta nella sua anima ragionevole. Non vi è anima, per quanto depravata, nella cui coscienza Dio non parli, purché essa possa ancora pensare.

Vi sono dunque delle azioni umane in sé buone o in sé cattive non perché così qualificate in forza della legge, ma perché sono perturbatio ordinis naturalis, ed è precisamente perché sono tali che il legislatore le proibisce sotto pena di sanzioni, le quali trovano così la loro giustificazione morale.

Non la volontà del legislatore terreno, ma la loro contraddizione con la ragione naturale, costituisce il fondamento della intrinseca immoralità di determinate azioni.

H. Rommen, L’eterno ritorno del diritto naturale.

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