lunedì 20 gennaio 2020

Sorprendenti analogie


Fu proprio l’Impero [romano] a permettere che i barbari varcassero il Danubio, ritenendo di poter sfruttare la loro presenza. Alla stessa maniera, oggi i profughi provenienti dall’Africa e dall’Asia centrale vengono aiutati in ogni modo a toccare il suolo europeo con speciali programmi di salvataggio e investimenti economici e militari enormi, sebbene criticatissimi e poco efficaci.
Ammiano Marcellino … racconta che nel 376 d.C. l’Impero arrivò perfino ad aiutarli nell’attraversamento del grande fiume.
L’imperatore Valente, infatti, manovrato da abili adulatori, s’era convinto che i barbari, entrando in territorio romano attraverso il Danubio, avrebbero fornito con poca spesa nuove reclute al suo esercito, che sarebbe così diventato «invincibile».

Per questo, dice Ammiano, “furono inviati [dalle parti del Danubio] diversi addetti con l’incarico di traghettare quell’orda selvaggia con mezzi opportuni. A ciò si lavorò con grandissimo impegno, in modo che non restasse indietro neanche uno di quegli uomini, che pure avrebbero rovesciato lo stato più che se fosse caduto preda di una malattia mortale. Quelli quindi, ottenuto per concessione dell’imperatore il permesso di attraversare il Danubio e insediarsi nelle terre della Tracia, vennero traghettati giorno e notte, in gruppi, su navi, zattere e tronchi scavati. Siccome il Danubio è un fiume pericolosissimo, per giunta ingrossato in quel momento da piogge fitte, parecchi morirono annegati mentre, per la gran ressa, tentavano di attraversarlo contro corrente e cercando di nuotare.”

(Raffaele Simone, L’ospite e il nemico - La Grande Migrazione e l’Europa, Garzanti)

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