venerdì 9 dicembre 2011

Se Dio è come il fuoco

«Calahorra si stava scaldando le corte e tozze mani. “Un uomo che conosco” disse Juan sorridendo “una volta mi spiegò che la miglior cosa era trattare Dio come fuoco. Non bisogna starci troppo lontano, altrimenti si gela; ne troppo vicino, altrimenti si rischia di bruciare”.
Calahorra fece un cenno con il capo “Se lo rivedete, ditegli che nostro Signore ha detto: ‘Né i troppo caldi né i troppo freddi, ma i tiepidi Dio ha vomitato dalla Sua bocca’”. (…) Innumerevoli persone spensierate ripeteranno il suo detto spiritoso e si serviranno della sua arguzia come scudo per la loro codardia. Il diavolo conosce bene il suo gioco. Si serve di tutto per il suo scopo, anche del senso dell’umorismo, uno dei più meravigliosi doni di Dio. Oh! Questo è quasi certamente destinato a divenire un detto popolare. Ma tradotto nella vita e nei costumi è un vero flagello (…)”.
Un ultimo ceppo andò a finire nel fuoco. E mostrando il fuoco Calahorra continuò: “Se Dio è come il fuoco, che io ne sia bruciato. Se Dio è come acqua, che io anneghi in essa. Se è come aria, che in essa voli. Se è come terra, che io scavi in essa la mia vita, finchè non abbia raggiunto il centro”.»


Dialogo tra Don Juan d’Austria e Fra Juan Calahorra nel convento di Del Abrojo in Spagna. Don Juan d’Austria sarà il comandante della flotta Cristiana che vinse la battaglia di Lepanto il 7 ottobre 1571, da allora festa di Santa Maria della Vittoria e poi della Beata Vergine del Rosario.

Dal romanzo “L’Ultimo Crociato” di Louis De Wohl


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