giovedì 22 marzo 2012

Il brindisi alla coscienza

Considerazioni di Joseph Ratzinger su un passaggio della “Lettera al Duca di Norfolk” di John Henry Newman. 

«Se fossi obbligato a introdurre la religione nei brindisi dopo un pranzo (il che in verità non mi sembra proprio la cosa migliore), brinderò, se volete, al Papa; tuttavia prima alla coscienza, poi al Papa».

Il cardinale Ratzinger commenta che la frase va inquadrata nel complessivo pensiero di Newman e nella sua fedeltà alla «tradizione medioevale [che] giustamente aveva individuato due livelli del concetto di coscienza, che si devono distinguere accuratamente, ma anche mettere sempre in rapporto l’uno con l’altro. Molte tesi inaccettabili sul problema della coscienza mi sembrano dipendere dal fatto che si è trascurata o la distinzione o la correlazione tra i due elementi».

Il Medioevo parlava di sinderesi e coscienza; il cardinale Ratzinger precisa questi due termini come «anamnesi della creazione» e «anamnesi della fede». La prima, l’anamnesi della creazione, deriva dal fatto che con la creazione «è stato infuso in noi qualcosa di simile ad una originaria memoria del bene e del vero». La seconda, l’anamnesi della fede, nasce dalla redenzione a opera di Gesù Cristo «il cui raggio a partire dal Logos redentore si estende oltre il dono della creazione» la cui memoria è custodita dalla Chiesa e, nella Chiesa, dal Papa.

Cronologicamente, l’anamnesi della creazione viene prima: «si identifica col fondamento stesso della nostra esistenza» e fonda la possibilità anche dell’anamnesi della fede. Come la creazione precede storicamente la redenzione, così perché ci sia una coscienza formata e illuminata dalla Chiesa e dal Papa occorre prima che ci sia una coscienza. In questo senso «siamo ora in grado di comprendere correttamente il brindisi di Newman prima per la coscienza e solo dopo per il Papa». I due brindisi stanno in sequenza, non in contrapposizione.

Alcuni – purtroppo – interpretano la stessa nozione di coscienza in modo relativista, come se si trattasse di seguire la propria «preferenza personale» a prescindere da ogni autorità esterna. Mentre la coscienza cui fa riferimento Newman è la «coscienza retta».

Tratto da: «Elogio della coscienza: il brindisi del Cardinale» di Joseph Ratzinger. Il Sabato, 16 marzo 1991, pp. 83-91.

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