lunedì 6 maggio 2013

La militia super terram

«Tutto ci sembra caotico tranne il nostro disordine.» (Nicolas Gomez Davila)

Da che cosa derivano le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che combattono nelle vostre membra?

«Il fine primario della Cavalleria cristiana è la santificazione del Cavaliere mediante il servizio prestato al prossimo, specialmente ai poveri e ai bisognosi, ai deboli ed agli oppressi. La militia del Cavaliere non riguardò (come un tempo) né riguarda solo la sua opera in tempo di guerra, se così fosse Cavalleria e militia diverrebbero inutili in tempo di pace mentre il concetto di “combattimento” che informa l’esistenza e l’opera del Cavaliere è un concetto ampio e ubbidisce alla definizione paolina della vita come militia super terram.
Si tratta, dunque, di un duplice combattimento quello cui da sempre il Cavaliere cristiano dedica la sua vita: esterno ed interno. Si tratta di un combattimento materiale e spirituale diretto non solo contro i nemici del popolo di Dio ma contro i nemici che s’annidano nel segreto della propria anima.
Per questo, San Bernardo da Chiaravalle, supremo ed ultimo rifondatore della Cavalleria, fa questione di una duplice spada impugnata dal Miles: materiale e spirituale. Di esse la spada spirituale è di gran lungi la più importante: senza di essa, infatti, ogni combattimento risulterebbe non solo inutile ma illecito poiché senza la retta conoscenza e la retta intenzione la retta azione non può in alcun modo sussistere.
I nemici che il Cavaliere porta in sé sono le medesime forze delle tenebre che motivano il male al di fuori di lui e spingono gli altri a seguirlo e ad opporsi all’opera della Luce.
Dentro e fuori del Cavaliere vi è un solo nemico: quel leone, di cui parla San Pietro, che dagli inizi dei tempi va intorno ruggendo in cerca di anime.
Il campo di battaglia esterno, per il Cavaliere, coincide con quello interno. Sarebbe inutile, se non impossibile, dunque, combattere il nemico all’esterno della propria persona lasciandogli spazio d’azione all’interno della propria anima. Allo stesso tempo sarebbe inutile accingersi alla “grande guerra santa” senza contare sull’aiuto di Dio e senza usare le armi della Fede e della preghiera.
Per questo motivo non è azzardato affermare che in ogni Cavaliere è presente in modo indissolubile una componente monastica, così come in ogni monaco è presente una componente cavalleresca. Il recte agere discende dal recte scire come la luce e il calore si originano dalla fiamma.»


Mario Polia. Gli Ordini Cavallereschi – Profilo etico e religioso della Cavalleria cristiana e del Miles Christi. GRIS – Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa.

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