venerdì 29 ottobre 2010

Dio Logos e Agape

«(…) La verità chiede di essere cercata con amore, non si dona se non nell’amore che la rispetta e a lei si dona: «Non intratur in veritatem nisi per caritatem» esclama sant’Agostino. Senza l’amore, infatti, è possibile costruire, con delle verità parziali, delle raffinate e devastanti menzogne. La storia ne è piena. Si tratta, dunque, dell’amore alla verità che chiede a colui che cerca la disponibilità ad arrendersi, ma anche dell’amore agli uomini, alla terra, per non piegare le verità parziali contro l’uomo.


In questo mistero di Dio Logos e Agape, la Chiesa nasce e cresce: “canta e cammina” (sant’Agostino), guarda al Cielo e abbraccia la terra, annuncia la salvezza di Cristo e serve gli uomini sui passi del Maestro, il samaritano dell’umanità, con la coscienza di non dover essere un’agenzia di pronto soccorso, e che la sua presenza non può essere ridotta alle innumerevoli attività di carattere sociale che, in realtà, sono i segni della carità evangelica. 

Se l’apprezzamento per questi doverosi servizi è vasto e proviene da ambienti diversi, non è questa la missione primaria della Chiesa. Essa – come ricorda Sant’Ambrogio – è il “misterium lunae” chiamata a riflettere la luce di Cristo, sole dell’umanità. È inviata ad annunciare la speranza, il Signore Gesù, Colui che salva l’uomo dal male più grave, il peccato, e dalla povertà più triste, quella della mancanza di Dio. Essa è messaggera della salvezza che si è compiuta sulla croce gloriosa fino agli estremi confini della terra: confini estremi che sono quelli dei Paesi e dei continenti, ma anche quelli delle culture, delle molteplici situazioni di vita, gli intimi e a volte tormentati confini dell’anima.


Proprio perché Dio illumina tutto l’uomo, nasce una cultura: l’approccio con il mistero di Dio, infatti, dà origine a modi di vedere se stessi, gli altri, la vita e il mondo che, pur nelle diversità e tradizioni, possiedono principi comuni che generano ethos, cultura e civiltà. È approccio al mistero di Dio che - diceva Giovanni Paolo II a Palermo – fa nascere la cultura. Ciò significa che il Vangelo non solo genera solidarietà, cosa facile da ammettere, ma ha anche qualcosa di proprio e di originale da dire per interpretare la storia e costruire una città più umana: Tutta la Chiesa, in tutto il suo essere e il suo agire, quando annuncia, celebra e opera nella carità, è tesa a promuovere lo sviluppo integrale dell’uomo (Benedetto XVI, Caritas in veritate, 11).


Aspettarsi che i cattolici si limitino al servizio della carità perché questa è un fronte che raccoglie consensi e facili intese, chiedendo invece l’afasia convinta o tattica su altri versanti ritenuti divisivi e quindi inopportuni, significherebbe tradire il Vangelo e quindi Dio e l’uomo».

Angelo Bagnasco - Reggio Calabria, 14 Ottobre 2010. “Cattolici nell’Italia di oggi. Un’agenda di speranza per il futuro del Paese”

2 commenti:

  1. Sarebbe ora che i cattolici,veri ,tipo Igino Giordani,Tarcisio Pcati ecc ecc scendessero in politica e spetta a noi sostenerli e non lasciarli soli,

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  2. Lello: la carità raccoglie consensi e facili intese. La Verità divide... Ma non cercare la verità equivale a tradire il Vangelo, Dio e quindi l'uomo. La domanda che mi pongo è questa: cosa ci dobbiamo fare con la Verità? Possiamo continuare con la nostra afasia?

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