martedì 8 settembre 2020

Il totalitarismo dei buoni


«Pare che siamo entrati precariamente in una specie di totalitarismo che detesta la libertà di parola e punisce le persone se rivelano il loro vero io».

Ho scritto di una specie di totalitarismo, non del totalitarismo nel suo senso storico. 

E ho scelto di usare questo termine perché è così che mi sento: sotto il controllo di un regime. 

Oggi ci sono una serie di regole che un’artista deve seguire, e se non le segue viene cancellato o messo a tacere. 

Tutto deve essere coordinato da una certa sensibilità. […] 

Sta succedendo per davvero, in questo momento.  

I guardiani della cultura dominante stanno attivamente cancellando le opinioni degli artisti perché non sono d’accordo con loro oppure perché non sono in linea con l’ideologia progressista del momento che fra l’altro molte persone rifiutano.

È l’ideologia che «propone l’inclusività universale eccetto per quelli che osano fare domande».


Bret Easton Ellis intervistato da Mattia Ferraresi, il «Foglio», 16 settembre 2019

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